Nella cucina giapponese le pietanze vengono di solito servite con il riso, che viene cotto a vapore utilizzando degli appositi bollitori elettrici. In giapponese, le parole pasto e pasteggiare vengono tradotti con il termine gohan (御飯? letteralmente: mangiare riso bollito). Dopo la cottura, il riso giapponese resta unito ma non colloso. Non esiste il concetto di primo piatto, secondo, contorno, frutta come in Italia e di solito intavola vengono portati contemporaneamente tutti i cibi, che vengono consumati senza ordine prestabilito. Molti piatti sono conviviali, nelle abitazioni vengono cotti con un fornello portatile direttamente in tavola ed i commensali si servono dalla pentola. Si fa un largo uso di pietanze fritte in diversi modi, la cui pesantezza viene bilanciata da una grande quantità di verdure.
STORIA
Con l’arrivo della Compagnia di Gesù a Nagasaki, all’epoca il più grande porto del Giappone, si iniziò a consumare la carne, proibita dalla religione buddhista e poco utilizzata anche per gli spazi ridotti destinati all’allevamento su un territorio già angusto per venti milioni di persone, che avrebbero faticato a sopravvivere mangiando la carne al posto del pesce.